giovedì 19 luglio 2018


E perciò, Memphis nasconde anche un altro lato: il fatto di avere indici di povertà piuttosto preoccupanti.
Anzi non lo nasconde per niente. Nella stessa Downtown campeggiano le insegne consumate di negozi chiusi chissà da quanto, e molta gente si rinchiude appena possibile nei centri commerciali, lasciando le vie principali un po' desolate.
Potrei azzardare con franchezza che contesti urbani così dissimili dall'Europa, in Occidente è difficile trovarne.

Me ne accorgo anche mentre mi sto recando in taxi a visitare lo Slave Haven Underground Railroad Museum (raccomando a tutti questo sistema, sia perché potrebbe essere difficile da trovare essendo ospitato in una normale casa, sia perché perdereste tempo a camminare per quartieri assolutamente anonimi in una città a cui probabilmente dedicherete pochi giorni).
All'interno è vietato fotografare. Tra i punti forti della collezione spiccano i cimeli provenienti dall'Africa come le maschere delle varie tribù, ed alcuni simboli dell'epoca della segregazione razziale fra cui i cartelli che vietano l'ingresso alle persone di colore e quelli che raccomandano loro di usare un altro autobus.
La più grande attrazione è però la casa stessa, che pare fosse parte della cosiddetta Underground Railroad, la rete segreta utilizzata dagli schiavi dell'800 per fuggire in luoghi sicuri.
Si può ancora scendere a vedere le botole sotterranee, come esperienza sicuramente singolare ed educativa in una città in cui la distinzione tra razze a volte pare tutt'altro che estinta. 


1 commento:

  1. Sai che sei uno dei pochi autori che mi scatena la voglia di leggerTi fino a che non finisco, solo per il gusto che ne provo.
    Fin'ora mi era capitato solo con due autori che sono autori di gialli: Agatha christie e Rex Stout, ma ai loro lavori dovevo sempre andare al finale e poi leggevo tutto.Con i tuoi leggo tutto e mi viene voglia di viaggiare con le tue indicazioni. Bello no?!?

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