martedì 17 luglio 2018

È ironico il fatto che uno dei più emblematici articoli che farò riguardo all'urbanizzazione negli USA (uno dei motivi per cui ho creato il blog) riguarda un luogo che non è affatto una città, né ci somiglia.

Anzi, direi che dopo essere stato a Tunica, nel Mississippi, devo ampiamente rivedere la mia concezione di "nel bel mezzo del nulla".
Si tratta di una zona nelle pianure fuori Memphis, nel Tennessee (qui le città di confine sono la norma, tanto di guadagnato per me che posso dire di aver visto uno stato in più), ed originariamente era una delle aree più povere degli USA, campava infatti sugli schiavi e sulle piantagioni di cotone del fiume Mississippi. Qualche decennio fa, l'idea di trasformarla in un'oasi del gioco d'azzardo: furono costruiti, sparsi nella piana, sfavillanti hotel autosufficienti con enormi casinò, negozi, ristoranti e piscine, che ora costituiscono motivo di attrazione non solo per chi gioca. Il tempo ha portato per esempio anche teatri e locali per musica dal vivo, e anche negli stessi casinò ci sono concerti tutte le sere. Dopotutto, siamo nella terra del blues.

Il posto è americanissimo, nel bene e nel male. Nel bene perché sfruttare appieno ciò che si ha è una cosa che qua sanno fare.
Nel male perché come molte aree non urbane statunitensi, Tunica è basata sulla totale dipendenza da mezzi privati. Senza un auto ci si può sognare di viaggiare tra un casinò e l'altro, e anche il ritorno a Memphis (non essendoci Uber) può essere costoso.
In generale però è un buon posto per fare una sosta senza pensieri quando si viaggia molto per l'America.

PS: nei bar dei casinò, tutte le sedie al bancone hanno a loro volta gli schermi per giocare d'azzardo. Più inquietante che affascinante.

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