giovedì 11 ottobre 2018

Trieste: oggi

Suvvia, mi pare ovvio che la frase dell'articolo precedente non volesse sminuire Barcellona e l'ottimo lavoro là fatto negli ultimi decenni.
Al contrario, la metropoli catalana dovrebbe essere presa come modello da città di mare italiane che hanno altrettanto potenziale.
E poi ho bisogno di citare positivamente Barcellona per questo nuovo articolo, ma se ci attacchiamo a questi dettagli...

Il paragone tra Viale XX Settembre e La Rambla viene fin troppo facile, pur essendo la controparte triestina meno ampia e interamente pedonale nel primo tratto.
Ristoranti, locali, caffè (alcuni di gran prestigio), negozi e cinema affollano i due lati del viale che, nonostante sia l'area pedonale cittadina a sprigionare più modernità, ha molto da raccontare nei suoi due secoli di esistenza.
L'hanno frequentato, soprattutto ai tavoli dei suoi caffè, decine di intellettuali tra i nativi di Trieste e quelli ben felici di andarci. Italo Svevo, Umberto Saba, James Joyce ci confermano che Trieste è da sempre luogo favorito dalla crème. Mi viene in mente il grande Gillo Dorfles, nativo triestino e testimone di un secolo artistico, morto ultracentenario qualche mese fa.

Il viale come lo vediamo si deve a Domenico Rossetti. Quando la zona era ancora occupata da un acquedotto ed era aperta campagna, questo antiquario triestino costruì un villone immerso nel verde, con un sentiero alberato che costeggiava la fonte idrica cittadina.
In pratica, ogni volta che percorriamo questo viale stiamo compiendo una violazione di domicilio. Vergogna. 










Nessun commento:

Posta un commento